Gente che ristora (quella vera)
Alla fine io non vedo gente che si lamenta.
Vedo persone abituate a lavorare 15 ore al giorno 7 giorni su 7 che non vede l’ora di tornare a farlo, a stare tra fornelli a 45 gradi con le mani e le braccia piene di bolle da bruciatura per i forni sempre scalpitanti, con il tempo rubato al freddo dell’inverno umido bolognese per una sigaretta fugace e poi a lavarsi le mani e via, perché non si può perdere tempo che la linea va fatta meglio possibile. Vedo uomini e donne che sono abituati a non passare i momenti più dolci dell’anno con le proprie famiglie perché sono impegnati a renderli dolci per migliaia di persone diverse, altre famiglie che non sono le loro, educate o maleducate, esigenti o sporcaccione, incontentabili o stravaganti non importa. Basta che siano lì, sedute ad un tavolo da sempre pulito e igienizzato, mica solo col virus.
Quando sono andata fugacemente a trovare qualche amica o amico ristoratore con l’osteria chiusa, nella penombra assurda del suo locale che una volta pullulava non di vibrioni ma di vita pura, quella che fa bene, dopo poco vedevo chiaramente gli occhi inumidirsi nel dire la frase “non te ne andare, che bello avere gente qui”.
Sono parole dette col cuore, con l’anima di chi accoglie gli amici a casa sua e dimentica ogni fatica per il solo fatto di avere regalato benessere a qualcuno.
Ho visto osti abituati a sudare dietro il bancone per notti intere nella loro locanda imbragare scooter e cuffia di lana per attraversare una città lugubre e gelida anche solo per portare un cocktail o due sardine, senza lamentarsi, senza fiatare, pensando solo ad ogni costo a lavorare, anche se improvvisarsi vettorini non era proprio il loro miglior status.
Ora sento e ricevo messaggi da tanti che, con l’entusiasmo di un bambino la mattina di Natale, comunicano che saranno riaperti da oggi, non importa quasi se non potranno farci stare a cena, piuttosto fanno un “tuttodritto” dalle 12 alle 18 ma almeno ci vedono, e te lo dicono saltando di gioia come se fossimo i loro parenti più stretti e facendoti sentire A CASA anche se a quartieri di distanza. Le ossa rotte? Quelle non le fanno pesare, ma ci sono, eccome. E la paura.. come sarà? Ce la farò? Questo periodo mi schiaccerà? Ora pensiamo ad aprire, finalmente, e al massimo!
E non è per i soldi…no cari, ne sono sicura.
Io non so come sia nelle altre città (me le raccontate?), sono entrata in questo mondo dalla porta laterale e molto probabilmente da questa uscirò a breve.. ma, devo dirlo, la capacità di condivisione e di fare squadra, il calore e la unicità nel farti sentire non cliente ma parte di una famiglia che c’è qui a Bologna è davvero unica.
Mi avete davvero stupito, in un momento grave e terribile come questo, per la vostra forza e il sorriso che sapete regalare comunque e, lasciatemelo dire, un vero vanto la vostra IMMENSA voglia di lavorare! Questi siamo noi, santi poeti navigatori…e LAVORATORI!
Chiunque osi dire che gli Italiani sono ladri e fannulloni dovrebbe vergognarsi!
Io prego tutti voi, tutti noi, a non lasciarci schiacciare, a non permettete che la nostra bella Italia vada venduta, anzi svenduta. Perché non so come potrebbe sopravvivere il mondo intero senza di noi. W l’Italia e gli Italiani tutti! E scusate l’attacco di patriottismo….
A momenti mi fai piangere …
Per te lo speak easy è sempre aperto
Ti voglio bene!
Ale
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